La fotografia di Marco Tardito, tanto personale che commerciale, è una fotografia poetica e sottile. Una poesia espressione dell’anima, parole sussurrate all’orecchio, sottili emozioni, malinconia appena sfiorata.

La poesia, il racconto intimo pervadono tanto le fotografie di moda che di viaggio. Fotografie di moda granulose e pittorialiste, delicate, in contrasto con una visione dura e aggressiva della donna, la donna fatale affascinante e irraggiungibile. Fotografie delicate e umane, dove tutto è bellezza. Fotografie di viaggio, che non si limitano a riprodurre i paesaggi e le bellezze esotiche, ma raccontano un viaggio intimo importante come quello materiale.

 

Marco Tardito

© Marco Tardito

Fabiano Busdraghi: Che cosa rappresenta per te la fotografia?

Marco Tardito: Un racconto, una visione poetica, una comunicazione non verbale, che rivela l’animo di chi la produce.

 

Fabiano Busdraghi: Come hai iniziato a fotografare? Qual’è la tua storia di fotografo?

Marco Tardito: Ho iniziato a fotografare da piccolo, mi ricordo un regalo di compleanno, una macchina polaroid con film in bianco nero, (non mi ricordo più il modello). Poi nelle scuole medie, nel corso di applicazioni tecniche, abbiamo imparato a stampare i negativi.

Allora non avevo nessun negativo mio, per cui stampavo dei fotogrammi ritagliati da una pellicola 8 mm trovata in casa. Il risultato era un’immagine in negativo, ma il procedimento mi aveva affascinato. Con una Canon poi ho iniziato a fotografare a colori. Ho sempre fotografato per gioco, e continuo a farlo in effetti ancora oggi.

Marco Tardito   Marco Tardito

© Marco Tardito

 

Fabiano Busdraghi: Perché per il tuo lavoro personale hai scelto le nature morte e in paritcolare fiori e piante secche? Cosa ti attrae in particolare di questo tema?

Marco Tardito: Ho iniziato a pensare al significato di cosa sia “bello” e cosa non lo sia. In realtà non esiste nulla di brutto.

Mi sono messo ad osservare fiori che appassiscono e ho notato che sono meravigliosi anche dopo che la loro bellezza “svanisce”.

Marco Tardito

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Volevo espandere questo concetto su come le cose possano essere belle sempre. La sfida consisteva in come avrei potuto evidenziare il lato bello che persiste in tutte le cose.

Ho iniziato con alcuni oggetti che avevo a portata di mano, fiori folie, ma intendo continuare.

 

Fabiano Busdraghi: Oltre al tema e al soggetto fotografato nel tuo caso è molto importante la stampa. Innanzitutto usi le carte artistiche da acquarello, una superficie testurata e particolarmente tattile, su cui aggiungi della vernice trasparente. Ci puoi descrivere il tuo procedimento di stampa e perché sei arrivato a questo procedimento?

Marco Tardito: Tutto iniziò per un’esigenza di supporto.

Ero stato ispirato da un racconto di W. Gibson, si parlava di una scatola creata da un artista misterioso, con elementi vari, che evocavano nello spettatore poesia e nostalgia.

Marco Tardito

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Mi serviva una carta con i bordi intatti, non rifilati, carta da disegno spessa, e quindi non adatta alle stampe moderne o inkjet.

Inoltre l’esigenza di controllo e di intervenire mi ha fatto sperimentare la stampa diretta, nel senso di non affidarmi ai laboratori per ottenere il risultato voluto.

Una volta stampata l’immagine su carta da disegno, gli inchiostri sono però assorbiti in profondità, per cui devo utilizzare delle resine per riportare in superficie il colore. Come del resto hai spiegato nell’articolo Vernici per stampe a getto di inchiostro su carta artistica.

Ho fatto molti tentativi con diverse carte e diverse vernici prima di essere soddisfatto. Questo metodo di stampa mi permette anche di intervenire nelle zone che voglio enfatizzare e in quelle che voglio lasciare in sottofondo, ottenendo un effetto unico ad ogni stampa.

Marco Tardito

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Fabiano Busdraghi: Per le tue fotografie usi spesso macchine antiche grande formato, oppure attrezzatura modificata di tuo pugno. Cosa ti spinge ad intervenire sul mezzo di ripresa? È un’esigenza necessaria per ottenere un risultato non convenzionale oppure la costruzione e modifica delle macchine fotografiche è una fonte di piacere in se? Raccontaci di qualche tua ultima “invenzione”…

Marco Tardito: Credo che la fotografia sia fatta di alcune componenti tecniche, altre meccaniche e altre spirituali. In Africa credono che la fotografia abbia il potere di catturarti l’anima. Anche io lo penso.

Per questo motivo mi piace di lavorare con gli elementi che mi aiuteranno a catturare una parte dell’anima delle persone, a cogliere l’emotività. Come uno stregone moderno assemblo vecchi pezzi e lenti, facendo attenzione a non togliere la polvere, componente fondamentale.

Marco Tardito

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Il mio supporto preferito è certamente il Polaroid, in grande formato. Ultimamente sto cercando di ottenere risultati soddisfacenti dal digitale, perchè la sua avanzata non mi colga impreparato. Sto ultimando un sistema di lenti HandMade da attaccare alla mia Canon DS III, attraverso tubi di prolunga, tappi guarnizioni di automobile e vecchie lenti…

 

Fabiano Busdraghi: La prima volta che mi hai mostrato le tue stampe su carta da disegno riverniciata mi hai detto che da anni cercavi una resa pittorialista, senza dover passare per i procedimenti di stampa storici. Da dove nasce il tuo interesse per il pittorialismo? Perché sei attratto da questa qualità di immagini?

Marco Tardito: In effetti è la pittura il mio punto di partenza e di riferimento.

Marco Tardito

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Non mi interessa la fotografia come espressione del reale, mi interessa come evocazione di immagini che risiedono nei nostri ricordi. Immagini che abbiamo memorizzato da qualche parte nel nostro ipotalamo. Cerco immagini oniriche che mi fanno affiorare il ricordo di esperienze vissute o che vorrei vivere. Una volta ero a Tokyo e sono capitato per caso ad una mostra di Wim Wenders, c’era un’ estratto del film “fino alla fine del mondo” riguardante la parte dei sogni.

Ne sono restato folgorato.

 

Marco Tardito

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Fabiano Busdraghi: Nel tuo lavoro in generale parti da un’idea ben precisa, o se vogliamo un’ispirazione, e inizi a tirarla fuori dalla materia poco a poco oppure la casualità è una componente ugualmente importante?

Marco Tardito: In generale sono un tipo da ripresa diretta.

Parto con un’idea o un desiderio e la compongo poco a poco, modificando quello che vedo, o memorizzando le modifiche che farò in seguito. Mi piace “creare” e non “rubare” le immagini. Per questo che lavoro solo con cose che posso vedere e sentire. Detesto lavorare con luce artificiale, e assolutamente mai con il flash. Uso il sole, o l’ombra.

 

Marco Tardito

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Fabiano Busdraghi: Per ottenere le tue stampe pittorialiste su carta da disegno poi riverniciata è necessario molto più tempo e lavoro di quello necessario stampando sulle carte a getto d’inchiostro. Nell’arte, soprattutto contemporanea, la complessità della tecnica è di solito messa in secondo piano rispetto al risultato finale.

Da sempre invece la fotografia si è in qualche modo confrontata con le difficoltà di realizzazione e la complessità tecnica. Immagini ottenute tramite procedimenti lunghi e difficili sembrano spesso avere un valore aggiunto. Nel tuo caso, sei interessato unicamente al risultato finale? Oppure nel processo manuale trovi una tua estetica personale? Il fatto che sia necessaria una componente artigianale, anche se filtrata dall’informatica, modifica in qualche modo il valore dell’opera?

Marco Tardito

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Marco Tardito: La componente artigianale, e soprattutto quella manuale, è fondamentale per me. Questo modo di lavorare, mi permette di intervenire a vari livelli. La fotografia per come la ho conosciuta io, è fatta da varie fasi. Lo scatto, lo sviluppo e la stampa. Puoi intervenire in tutte e tre le fasi. Devi farlo se vuoi entrare in un processo creativo. Rapportandosi nell’era del digitale è ancora più importante l’intervento personale e artigianale. Se ti lasci prendere dal manierismo dei software, non riesci ad ottenere cosa vuoi tu, ma cosa vuole il sig. photoshop e i suoi amici, plug-in.

Mi piace anche molto il contrasto tra modernità e antichità. Rewind/fastforward. L’utilizzo di tecniche moderne e antiche, insieme.

Marco Tardito

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Sono ovviamente interessato alla resa finale, e provo piacere nella lavorazione quando questa è creativa e non semplicemente riproduttiva.

Amo quello che faccio e per me anche il minimo dettaglio ha un suo significato. Fa tutto parte di un modo di raccontare delle storie, non sono mai stato bravo a comunicare con la scrittura e trovo più semplice farlo con le immagini.

 

Fabiano Busdraghi: Oltre al lavoro di ricerca personale di cui abbiamo parlato in questa intervista sei un fotografo di moda e pubblicità. Come si concilia il lavoro di fotografo professionista con i propri lavori personali? Vivi ogni lavoro come espressione pura della tua creatività, oppure le commissioni implicano un compromesso troppo pesante?

Marco Tardito

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Marco Tardito: Ho iniziato ad occuparmi di moda per esigenze commerciali. Sono stato fortunato nel poter esercitare questo mestiere in un ambito del tutto privilegiato, facendo l’art director di me stesso. Allora riuscivo a trovare il compromesso tra poesia e marketing.

Ultimamente le esigenze di mercato mettono in secondo piano l’aspetto emozionale, e artistico. La legge di “show more product” sta appiattendo l’animo creativo. Sempre più spesso si parte con degli ottimi progetti, che vengono ri-indirizzati verso un aspetto troppo commerciale e poco stimolante.

Mi sono promesso però di non abbandonare le speranze nel cercare il cliente che comprenderà le esigenze di espressione che vadano oltre il semplice mostrare le cose da comperare.

 

Marco Tardito

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Fabiano Busdraghi: Oltre alle tue nature morte su carta da disegno, che ho visto dal vero, e le fotografie di moda del tuo portfolio, sul tuo sito ci sono molte fotografie di un reportage in Africa. Ci puoi raccontare qualche cosa di questo viaggio? Perché queste foto sono così importanti per te?

Marco Tardito: Si tratta di un esperimento fatto in Tanzania.

Li non puoi fotografare direttamente le persone, non amano essere ritratte, almeno quando vi ero stato io nel 93. Ho utilizzato una Olympus Pen 1/2 formato e non inquadravo mai l’immagine, semplicemente mi limitavo a scattare puntando quello che mi interessava. Ho sviluppato le pellicole in cross process, per enfatizzare i colori che in Africa sono davvero vivaci.

Marco Tardito

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Il concetto stesso del 1/2 formato è interessante, l’associazione delle immagini creata sul film genera delle composizioni alle volte sorprendenti, a cui non sempre avevamo pensato. Inoltre mi interessa la composizione fatta in maniera approssimativa, non studiata e a volte imprecisa “casuale” come gli avvenimenti che possono succederti in quel tipo di avventure.

Era uno di quei progetti lasciati nel cassetto, ho voluto riprenderlo e lavorarci un po sopra soprattutto per poterlo condividere con i miei compagni di viaggio di allora.

Quello è stato uno dei viaggi che mi ha fatto vivere delle emozioni intense, e riflettere su come i ritmi e le priorità siano davvero diverse da quelle a cui ci stiamo abituando oggi.

 

Marco Tardito

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Fabiano Busdraghi: Anche a te chiedo, come agli altri fotografi intervistati, se hai delle foto “mai fatte” e se ci vuoi raccontare la loro storia.

Marco Tardito: La foto mai fatta. Una volta ero a Harbur Island per un lavoro, in quell’isola c’era anche Vanessa Paradis che prendeva sole in topless, avrei potuto farle una foto e rivenderla ai giornali… oggi sarei un paparazzi famoso… non ho fotografie che avrei voluto fare, ma molte che farò presto o tardi…

 

Fabiano Busdraghi: Da pochi giorni ti sei ritrasferito a Parigi, dove avevi vissuto da ragazzo. Che cosa ti ha spinto a fare questa scelta? Pensi che oggi il luogo in cui si vive è essenziale per una carriera fotografica o grazie a internet oggi si può lavorare nello stesso modo in qualunque parte del mondo?

Marco Tardito

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Marco Tardito: Sono tornato a Parigi per moltissimi motivi. Parigi è una città meravigliosa, in movimento costante e questo ti aiuta certamente. Grazie ad internet oggi spostarsi in un’altra città è diventato facile, lavorativamente parlando.

Quello che ti trasmette una città come Parigi o Londra o New York però non è emulabile attraverso i pixel di un monitor, ci devi essere. Il lavoro di fotografo, e delle persone creative in genere, è influenzato dagli umori da quello che ti circonda e delle persone che ti attorniano.

In Italia purtroppo riscontro sempre di più un atmosfera pessimista e negativa in generale, che non aiuta di certo.

 

Marco Tardito

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Fabiano Busdraghi: Hai un sito molto ricco e curato, non solo per quanto riguarda il numero di fotografie, ma anche la grafica e il modo di presentare le immagini. Quanto è importante una vetrina come la tua su internet? La diffusione dei tuoi lavori segue più le vie classiche di diffusione: gallerie, esposizioni, pubblicazioni cartacee, etc, oppure è affidata soprattutto ai circuiti artistici che stanno nascendo su Internet? Cosa pensi di queste iniziative?

Marco Tardito: Penso che internet sia come un biglietto da visita. Non puoi non averlo, per comunicare chi sei. Al tempo stesso non mi affiderei unicamente ad un biglietto da visita per parlare del mio lavoro. Poi ci sono i blog, dove la gente può esprimere concetti, approfondire argomenti, dare ricette etc, è come essere al bar e parlare con gli amici, cè sempre da imparare e da ascoltare. In una società sempre più globalizzata, dove una persona vive a Milano e lavora a NY, è importante poter lasciare una scia di se stessi anche se digitale.

Marco Tardito

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Vi svelo un segreto: il sito era una cosa che mi incuriosiva fare e un po di anni fa mi ero interessato alla loro costruzione. Ho imparato ad usare Flash e a utilizare i css, e per un po mi sono dilettato nel farne un paio (Diadora, Napapijri…). Il mio me lo sono cucito su misura… anche se oggi non lo farei più per nessuno altro.

 

Fabiano Busdraghi: Hai delle riviste e blog di fotografia preferiti? Secondo te possono sostituire la diffusione delle immagini fotografiche nei circuiti classici?

Marco Tardito: Leggo alcune riviste online, e generalmente non acquisto più nessun giornale cartaceo, a meno che non ci siano delle pubblicazioni che voglio archiviare. I giornali sono troppo lenti per i miei gusti e solitamente le notizie arrivano prima sul web e poi sono riportate sui giornali…Non sono affezionato a nessun blog in particolare, ma utilizzo un sito, Netvibes, che è un aggregatore di feed rss, in cui aggiungo periodicamente i siti che mi interessano.

Marco Tardito

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In ogni caso fra i siti di fotografia che frequento posso citare: Shutter Scoop, Camera Dojo, Foto Decadent, Il blog di Graeme Mitchell, Dark Light Photo, Clickblog, il blog di Catherine Buca, Photosapiens, Creative Lube e naturalmente Camera Obscura. Del blog di Chase Jarvis non mi piace lo stile fotografico, ma ha delle cose interessanti da dire ogni tanto.

 

Fabiano Busdraghi: Te stesso sei autore di un blog di fotografia. Cosa ti spinge a scrivere? Scattare e scrivere sono due attività complementari o secondo te opposte?

Marco Tardito: Non posso dire di essere veramente un autore di blog. Ho incominciato tante volte ad aprire blog e provare a scriverci. Come dicevo prima non sono uno scrittore, e non mi piace troppo parlare di me. Il blog mi attira, ma ho davvero troppe cose da fare e una famiglia da seguire, e il tempo per il blog è sempre meno… Mi piace poter lanciare degli spunti di tanto in tanto, ma per essere davvero un blogger, e avere quei feed che mi interessano, dovrei dedicarvi mooolto più tempo.

 

Marco Tardito

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Fabiano Busdraghi: Un fotografo di cui apprezzi particolarmente il lavoro e perché.

Marco Tardito: Il mio fotografo di riferimento nella moda è Roversi. Perchè mi piace, punto.

Ultimamente ho riscoperto Sally Mann, mi piace il suo approccio alla fotografia, sia nei contenuti che nella tecnica al collodio.

 

Fabiano Busdraghi: Su cosa stai lavorando negli ultimi tempi? Come si differenzia rispetto ai tuoi lavori precedenti? Hai qualche progetto per il futuro che non hai ancora iniziato?

Marco Tardito: Nuovi progetti… si, voglio preparare materiale per una nuova mostra, e poi mi sto interessando al time-laps, senza mollare la ricerca delle ottiche antiche per la Dslr.

 

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Fabiano Busdraghi: Giusto qualche curiosità sui tuoi gusti personali. Che libro stai leggendo in questo momento? Che musica ascolti? Quali sono i tuoi film preferiti?

Marco Tardito: Libri, l’ultimo letto è guerreros di W. Gibson, che mi ha deluso molto.

Musica: Alva Noto+Ryuichi Sakamoto e in generale ascolto last.fm selezionando il genere secondo i miei gusti del momento e lasciando scorrere il programma che mi propone degli autori simili.

Film: “Dead man” di Jarmusch, e solo la fotografia di “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford” e di “The illusionist”.

E infine la ricerca personale di Marco Tardito. Trovare la bellezza nei fiori e nelle foglie secche, raccontare attraverso la visione magica di lenti alternative e la stampa su carta per le belle arti, la bellezza dentro di noi e del mondo che ci circonda.