Fotografia di Paolo Romani (4)
© Paolo Romani

Testo e fotografie di Paolo Romani.

 

Il “punctum” attrae irrazionalmente lo spettatore per un particolare dettaglio della foto.

Il fotografo consapevole delle regole che governano la relazione fra l’ “operator” (il fotografo) e lo “spectator” (chi guarda la foto) cerca disperatamente di inserire il “punctun” per attrarre lo spettatore.

Roland Barthes in Camera chiara lo spiega, nell’indagare la differenza che esiste tra il mondo reale e la sua rappresentazione fotografica.

Questo incipit, per raccontarvi una storia curiosa e divertente che mi coinvolse quando dovevo realizzare un servizio fotografico di nudo femminile. Nella fase di “studium” incontrai in una agenzia di modelle il responsabile, per scegliere la modella adatta alle mie esigenze. Venne il giorno che dovevo realizzare gli scatti fotografici, e restai deluso da un particolare che non avevo previsto ma che era importantissimo per il lavoro che mi accingevo a realizzare.

Fotografia di Paolo Romani (2)
© Paolo Romani

La modella era glabra, rasata, senza un pelo!

Fui molto brusco e chiusi la seduta. Il Direttore dell’agenzia mi chiamò per telefono chiedendo spiegazioni; nonostante fosse stato pagato, chiesi scusa. Era successa una cosa non prevista, per colpa mia.

La modella non aveva peli pubici, e per il mio servizio che puntava sull’erotismo, quello era importantissimo anche per il tipo e lo stile d’immagine che facevo.

Il Direttore scoppiò in una risata fragorosa, oggi sono tutte così, se vuole una modella con il pelo deve ordinarla qualche mese prima… E bla bla… ahhaahahh!!!

Così concordammo di chiedere ad un’altra modella di prepararsi per un servizio fotografico di nudo tre mesi dopo.

Fotografia di Paolo Romani (1)
© Paolo Romani

La mia richiesta “assurda” circolò fra i fotografi e le modelle; si sapeva che c’era un fotografo “pazzo” che chissà che razza di perversione ha contratto… vuole una modella col pelo!

Un mio amico fotografo mi incontrò e ridendo mi disse tutto quello che circolava sul mio conto, ogni racconto finiva con una grande risata.

Passò circa un anno da quell’episodio, quando tutta la stampa internazionale parla di un negozio di New York che vende intimo femminile, in occasione di San Valentino ha allestito le vetrine con manichini che indossano mutandine dalle quali fuoriesce un folto pelo pubico nero.

Vetrina di American Apparel
© American Apparel

È stata una grande idea quella del pelo pubico!

Del resto anche Gustave Courbet nel lontano 1886 quando dipinse ” l’origine del mondo ” fece scandalo, non per il primo piano dei genitali femminili, ma perché li riprodusse nello stile iperrealista con una selva di peli pubici neri. Fino a quel momento parlarne o rappresentarlo era considerata pornografia. Poi la guerra del pelo continuò fra Guccione e Hugh Hefner; il primo introdusse il nudo con pelo lussureggiante e surclassò le vendite di Play Boy.

Alla fine riuscii a fare il servizio fotografico, ma quando la modella mi fece domande sull’argomento, le raccontai la vita com’era nel dopo guerra.

Fotografia di paolo Romani
© Paolo Romani

Negli anni del dopo guerra, ricordo che noi andavamo al mare con costumi di lana, uomini e donne, e tutto andava bene finché non si decideva di fare il bagno, il costume con l’acqua si allungava e allargava, e quando uscivamo dall’acqua dal costume uscivano due baffi di peli pubici. La gente non usava ne profumi, ne creme, e tutti avevamo un odore di selvatico, l’arrapamento continuo ci ha permesso di ripopolare l’Italia.

Ora una bella fica depilata, profumata, elegante non ha più niente di umano, non ci fa arrapare, inoltre i profumi, anche i più costosi, ci ha tolto anche il gusto di un bel piatto di pasta all’amatriciana, perché se ci capita vicino al nostro tavolo una donna troppo profumata ci toglie anche quel piacere. E come tutte le storie che si rispettano c’è anche una morale : “semo nati pè tribolà, noi ce semo riusciti ! Che ce lamentamo affà?”.

Fotografia di Paolo Romani (3)
© Paolo Romani