Fotografia di Jefferson Hayman (10)
Towards Brooklyn, stampa al platino, cm 12,7x17,8
© Jefferson Hayman

Testo di Alessandra Barlassina, fotografie di Jefferson Hayman.

 

New York per molte persone è la città dei sogni, il posto dove tutto è possibile. Il suo skyline è il simbolo di ciò che rappresenta e delle possibilità che promette.

I grattacieli che sfidano il cielo fanno sognare obiettivi e vette che qui appaiono raggiungibili, possibili.

Jefferson Hayman fotografa le vie di New York City, scorci di Central Park, il Ponte di Brooklyn, il celebre skyline di Manhattan. La New York saldamente presente nell’immaginario di ognuno, nota. Ma Jefferson Hayman riesce a presentarcela in una veste nuova.

La personale visione dello skyline nelle sue fotografie rievoca una New York City di un’epoca passata, nell’era in cui la città consolidava e si affermava come capitale mondiale.

Fotografia di Jefferson Hayman (9)
Against Nature, cianotipo, cm 67,5x46
© Jefferson Hayman

Le stampe in bianco e nero, monocromatiche e le condizioni atmosferiche rimandano subito a scene di un film noir: appare un mondo di pioggia, impermeabili, sigarette e Pollock.

Hayman cattura una New York profondamente personale, una New York sognante; interessato a rappresentare, più che uno scorcio vero e proprio, l’idea di cosa sia New York, cosa è stata e cosa continuerà a essere e rappresentare.

Non ci si sofferma sul grattacielo, sulla strada o sulla vista, quello che interessa è l’aura della città, il suo profumo di possibilità da cogliere, di energia positiva. Tutto questo fermento è fotografato ma come allontanato in un’epoca sospesa, nota ma non conosciuta.

La New York di Jefferson Hayman, con le sue mille luci, è calma – quiet.

Fotografia di Jefferson Hayman (8)
The Union Path, stampa al platino, cm 14x9,5
© Jefferson Hayman

Il bianco e nero è già un’astrazione rispetto al nostro modo di vedere a colori. La frenesia della città è come filtrata da una patina del tempo che la allontana mantenendola però riconoscibile e parte della nostra contemporaneità: una sorta di cronaca classica del presente – chronicling the present in a classic way.

Lo spettatore si trova spaesato, vive una sorta di ossimoro nel riconoscere il soggetto contemporaneo a sé ma allo stesso tempo vedendolo filtrato dal tempo, mitigato, rasserenato.

Jefferson Hayman ha iniziato a fotografare gli edifici di New York per poterli poi disegnare ma ad affascinarlo era l’aria delle città, quell’aria che rimaneva impressa sulla pellicola ma non pervadeva il disegno. Lasciò così carta e matita per dedicarsi alla fotografia.

Fin da subito la scelta è stata per il bianco e nero. In un mondo di colori pop e tinte pulp, le sue fotografie sembrano uscire da un’altra epoca. Racchiudono intrinsecamente un sentimento nostalgico, una calma classica.

Fotografia di Jefferson Hayman (7)
Sunset, Stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 16x31,5
© Jefferson Hayman

Jefferson Hayman utilizza le tecniche di stampa tradizionali: carte salate, stampe al platino, cianotipi e gelatine ai sali d’argento. Questi antichi processi danno alle sue fotografie una patina storica, un sapore antico che pone lo spettatore di fronte a un ossimoro visivo: immagini della quotidianità contemporanea trattate come se fossero immagini del secolo scorso, una sorta di macchina del tempo che conduce in una dimensione fuori dal tempo.

Ogni opera è evocativamente presentata in cornici antiche, realizzate dall’artista stesso o da mastri artigiani che ne completano il sapore.

Fotografia di Jefferson Hayman (6)
Central Park Winter, stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 28x28
© Jefferson Hayman

La cornice è vista da Jefferson Hayman come un abito per la fotografia, tra le due deve esserci armonia. E qui si torna al concetto di classico: per Hayman l’intento è di creare bellezza, intesa come armonia tra le parti.

Tra fotografia e cornice si crea un unicum indissolubile.

Tutte le fotografie hanno piccole edizioni limitate ognuna però con caratteristiche e misure diverse che rende così ogni esemplare unico e originale.

Fotografia di Jefferson Hayman (5)
Domino Sugar Factory, stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 16x9,5
© Jefferson Hayman

Le fotografie di Jefferson Hayman ritraggono vedute di New York City, nature morte che spaziano dagli oggetti di uso quotidiano a teschi, marine e ritratti: rappresentano un diario visivo della sua quotidianità.

L’interesse nei suoi scatti è rivolto sia a ciò che è presente, sia a ciò che è assente, come a ricordarci che la realtà è un di più. Va oltre. Ad arricchire il presente non è solo ciò che fisicamente c’è ma anche la sua assenza. In un mondo di calma fuori dal tempo.

Fotografia di Jefferson Hayman (4)
Tree Central Park, stampa al platino, cm 17x11
© Jefferson Hayman

Guardando le sue foto si va oltre il soggetto ritratto. È come se sapesse rendere universale il particolare e allo stesso tempo infondere nel particolare l’universale.

Uno scatto di New York City è come se contenesse in sé il significato della città, del futuro, dell’America con tutto quello che comporta nell’immaginario collettivo.

Ognuno può leggere un’attesa, un’aspettativa, un desiderio, una promessa nuova e diversa.

Le fotografie di Jefferson Hayman parlano ad ognuno in maniera differente e diretta.
I suoi lavori sono una sorta di time capsules capaci di portarci in un’altra epoca, in una realtà parallela, in un mondo garbato, informale. Hayman stesso forse è un uomo di un’altra epoca: gentile e garbato. Un fotografo gentiluomo che gira per New York City con uno sguardo attento e penetrante. Capace di far emergere il lato più nostalgico e malinconico di ogni soggetto, che sia la città o un ritratto.

Fotografia di Jefferson Hayman (3)
Warren Street, stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 21,5x15
© Jefferson Hayman

Jefferson Hayman vive a Tappan, a pochi chilometri da Manhattan, è un americano. Nonostante questo la sua sensibilità per il passato, per un tempo perduto, la sua attenzione alla bellezza armonica e il suo sentimento nostalgico ne fa emergere una sensibilità europea.

Il suo vivere il nostro presente e saperlo sincreticamente coniugare con un passato fascinoso lo porta a saper creare lavori che danno allo spettatore una vera alternativa. Ciò che è rappresentato è l’oggi ma con un’attenzione e sensibilità di ieri.

Fotografia di Jefferson Hayman (2)
West Side Fire, stampa al platino, cm 7,5x14
© Jefferson Hayman

Jefferson Hayman ci suggerisce un nuovo modo di vedere, di ricordare. E questo suggerimento serpeggia per le vie di New York in cui ci accompagna in un viaggio nel tempo e nello spazio facendoci riscoprire ciò che ben conosciamo e facendolo gustare in modo nuovo.

Se poi per puro caso si troverà anche un dirigibile nel cielo sarà la conferma ulteriore che un po’ di poesia è ciò che manca.

Per suggerire delle riflessioni non è necessario scioccare, Jefferson Hayman cerca di farlo realizzando oggetti, unicum, creando bellezza. E’ il desiderio di creare qualcosa di bello a muoverlo.

Sarà quindi la bellezza a salvare il mondo. Fëdor lo sapeva già.

Fotografia di Jefferson Hayman (1)
Stripes, stampa ai sali d’argento, cm 17,8x14
© Jefferson Hayman

Dal 25 ottobre al 23 novembre 2012 sarà possibile vedere dal vivo la prima personale italiana di Jefferson Hayman presso la galleria RBcontemporary di Milano.

In mostra saranno presenti più di quaranta lavori tra vedute di New York, nature morte, marine e ritratti.

 

Per ulteriori informazioni e fotografie si visiti il sito di Jefferson Hayman e della galleria RBfineart