L'urlo di Edvard Munch
L'urlo di Edvard Munch

Negli ultimi mesi i post su CO si sono purtroppo rarefatti, complici un agenda lavorativa particolarmente fornita e vari progetti fotografici che sono passati in primo piano rispetto al blog. Non che le idee mancassero, anzi. Una cosa che ho in testa da almeno un annetto, è riprendere la serie di articoli sugli orrori.

Erano gli albori di Camera Obscura, quando ancora si trattava semplicemente di un diario di sperimenti con tecniche antiche di stampa. Di tanto in tanto postavo un articolo su qualcosa che era andato storto in una certa tecnica, perché alla fine è istruttivo imparare dai propri errori. Poi piano piano sono passato al digitale al cento per cento e questa personale galleria degli orrori è sparita dalle pagine di Camera Obscura. Ma ho sempre pensato di riprenderla, e anzi ampliarla. Non solo nel digitale si possono incappare in tanti orrori quasi quanto con le tecniche antiche, ma la mia esperienza nel mondo della fotografia e del ritocco digitale è farcita di aneddoti venuti dritti dritti dal mondo degli orrori. Orrori per certi versi più interessanti, perché il più delle volte vanno al di là della tecnica, e poi perché si tratta di esperienze di vita vissuta.

A dir la verità ho un po’ esitato se lanciarmi o meno in questa nuova avventura. Principalmente perché non si tratta di orrori miei, ma di situazioni viste attraverso i miei occhi. Non è mai bello parlar male della gente, però non è nemmeno giusto nascondersi dietro i sorrisetti ipocriti. E poi penso che di tanto in quanto una critica un po’ cattiva piacerà ai lettori di Camera Obscura. In ogni caso, se qualcuno si riconoscerà nelle situazioni che verranno descritte in seguito, non se ne abbia a male, la vita di tutti è costellata di errori e orrori, ne racconterò qualcuno su questo sito, ma senza disprezzo, sperando che ne possiamo ridere tutti, anche i diretti interessati.