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Home page del blog di fotografia Hippolite Bayard il 27 gennaio 2008.

Internet è uno splendido strumento di conoscenza. Sebbene il contatto sia solo virtuale, la visione delle stampe ad una mostra sia tutt’altra cosa, le possibilità di scoperta sono stupefacenti. Ci pensavo qualche giorno fa, mentre ero nella bella biblioteca del Pompidou, sfogliando libri di fotografia. Solo qualche anno fa questo era l’unico modo per documentarsi sull’opera di un autore, aspettando che venisse a presentare il proprio lavoro in un museo o in una galleria. E ancora bisognava vivere in una città con una biblioteca fornita come quella del Pompidou. Adesso invece una marea di informazioni sono a portata di click.

Il difficile a questo punto diventa orientarsi. Il moltiplicarsi di siti, la democratizzazione dell’informazione, oltre che ad ampliare l’orizzonte del sapere, porta anche ad un’inevitabile diluizione di questo. Il rapporto segnale rumore diminuisce, i siti di qualità si perdono in una marea di informazioni superficiali o poco interessanti. I motori di ricerca permettono di risolvere solo parzialmente il problema, e in più riscrivono completamente il concetto di sapere. Non per il fatto di essere puramente automatici, ma perché realizzano un nuovo modo di pensare, come splendidamente sottolineato nei capitoli 14 e 15 dei Barbari di Alessandro Baricco, un libro magnifico disponibile gratuitamente online. Un libro che, pur scritto nella prosa teatrale e a tratti stancante tipica di Baricco, mi sembra uno dei saggi più lucidi scritti negli ultimi decenni.

Quel che insegna Google è che c’è oggi una parte enorme di umani per la quale, ogni giorno, il sapere che conta è quello in grado di entrare in sequenza con tutti gli altri saperi. Non c’è quasi altro criterio di qualità, e perfino di verità, perché tutti se li ingoia quell’unico principio: la densità del Senso è dove il sapere passa, dove il sapere è in movimento: tutto il sapere, nulla escluso. L’idea che capire e sapere significhino entrare in profondità in ciò che studiamo, fino raggiungerne l’essenza, è una bella idea che sta morendo: la sostituisce l’istintiva convinzione che l’essenza delle cose non sia un punto ma una traiettoria, non sia nascosta in profondità ma dispersa in superficie, non dimori dentro le cose, ma si snodi fuori da esse, dove realmente incominciano, cioè ovunque. In un paesaggio del genere, il gesto di conoscere dev’essere qualcosa di affine al solcare velocemente lo scibile umano, ricomponendo le traiettorie sparse che chiamiamo idee, o fatti, o persone. Nel mondo della rete, a quel gesto hanno dato un nome preciso: surfing.

Alessandro Baricco, I barbari

Pur essendo io stesso un mutante, per continuare ad utilizzare il vocabolario coniato da Baricco, apprezzo ancora una forma di sapere, di conoscenza, che appartiene al mondo antico prima delle invasioni barbariche. Apprezzo che il sapere, oltre a contare il numero di aggregati di referenze, sia canalizzato anche da una mente umana, con un giudizio qualitativo personale, pensato, vissuto e non automatico.

In questo panorama, uno strumento alternativo ai motori di ricerca è rappresentato dai blog. Questi, quando di qualità, costituiscono un fantastico mezzo di diffusione del sapere, che passa per strutture complementari a quelle dei motori.

Un ottimo blog di fotografia, una specie di corrispondente italiano del famosissimo Conscientious di Jörg Colberg, è Hippolyte Bayard, in linea da qualche mese ma il cui numero di post costituisce già una buona base di ricerca.

L’autore è molto prolifico e pubblica regolarmente. Gli articoli in generale sono brevi che presentano rapidamente un autore e il suo lavoro, riunendo spunti di approfondimento: link che puntano all’home page del fotografo, siti con interviste o articoli critici sull’artista. Il blog Hippolyte Bayard è chiaramente indirizzato verso l’immagine fotografica, il lavoro dei fotografi, piuttosto della tecnica, cosa che apprezzo particolarmente. Lo stile dei lavori presentati è in generale molto moderno e di ottima qualità, una piacevole boccata d’aria e nessuna concessione a siti di fotoamatori dagli scatti autocompiacenti e convenzionali, come spesso si vede sulle riviste di settore che escono in edicola. Gli autori, oltre a grandi nomi, sono anche contemporanei meno noti, fotografi che hanno una diffusione ancora limitata. Personalmente ho scoperto molti lavori interessantissimi proprio grazie a questo blog, finito subito nei preferiti.