Iosif Kiraly è un fotografo artista di Bucarest. Sul suo sito sono presenti numerose fotografie, appartenenti ad una decina di progetti diversi. Le immagini sono tutte “molto artistiche”, nel senso della parola arty in inglese, ovvero l’interesse maggiore è nel concetto, nell’istallazione, nel messaggio, e meno nella produzione di fotografie curate e estetizzanti nei canoni della fotografia pura. Insomma, Iosif Kiraly usa più la fotografia come mezzo di espressione artistica che come media in sé.

Nei vari progetti sul sito di Iosif Kiraly, come Reconstruction, Triaj ma anche Tinseltown, è ricorrente l’uso dello stitch di immagini, ovvero il riassemblare insieme diverse fotografie scattate individualmente per creare un’unica grande immagine. Si tratta di una tecnica che mi è sempre stata cara, per la possibilità che offre di costruire file giganteschi, e di abbracciare angoli di campo immensi, addirittura a 360° attorno al fotografo.

Iosif Kiraly

© Iosif Kiraly

La maggior parte dei fotografi che utilizzano lo stitch si sforzano di eliminare ogni difetto di incollaggio delle immagini. In fase di scatto si utilizza una testa panoramica in modo da girare attorno al punto nodale della macchina fotografica e eliminare in questo modo gli errori di parallasse; si scatta il più rapidamente possibile per conservare l’uniformità fra le istantanee da incollare insieme. In fase di incollaggio ogni fotografia poi viene deformata tramite tecniche complesse di triangolazione matematica, in modo da minimizzare le distorsioni dell’ottica e far coincidere perfettamente ogni elemento dell’immagine. Il colore e la luminosità di ogni foto viene trattata in maniera che le transizioni siano lisce e uniformi fra ogni scatto, cosa particolarmente difficile sui cieli.

Iosif Kiraly non fa niente di tutto questo, incolla semplicemente le immagini una sopra l’altra, con dello scotch, allineando solo approssimativamente le foto, non restando esattamente nello stesso posto, e soprattutto lasciando passare giorni o mesi fra uno scatto e l’altro. Un buon esempio di come gli “errori” se utilizzati creativamente diventano pregi di una fotografia, di come non esistano regolare da rispettare, basta lavorare utilizzando il cervello e il cuore e si può percorrere ogni strada.

Iosif Kiraly

© Iosif Kiraly

Ma la procedura di Iosif Kiraly è qualcosa che aggiunge del senso alle immagini? O un semplice giochino che permette di trasformare fotografie banali valorizzandole unicamente grazie al procedimento scelto? Le foto hanno un reale valore artistico è solo uno stitch volutamente fatto male?

Il dubbio resta con praticamente tutti i lavori dei fotografi-artisti contemporanei. Personalmente però trovo gli assemblaggi di Iosif Kiraly particolaramente piacevoli. Sul suo sito dice di investigare il tempo e la memoria, come la nostra mente dimentica e ricorda. Queste fotografie dalle prospettive multiple e frammentate, dove nella pseudocoerenza spaziale si annida una evidente discontinuità temporale (che ci fanno le persone in maglietta e una strada innevata inseme?), mi fanno cadere in una sorta di vertigine, come se stessi guardando la struttura del mondo uscendo dal cerchio dei metodi di percezione sensoriali, come se stessi guardando nell’armadio dentro il gioco Nirvana del celebre film di Salvatores. L’effetto ricorda in parte quello ottenuto con le pose lunghe o molte immagini sovrapposte. Una confusione strutturata che ho sempre trovato affascinante e intrigante.